Richiesta mondiale consumo del pistacchio.

Richiesta mondiale consumo del pistacchio.

Richiesta mondiale consumo del pistacchio.

Pistacchio
A livello mondiale sono appena 10 i Paesi produttori di pistacchio che superano le 1000 t/anno di prodotto raccolto. La produzione è concentrata in Iran, dove viene ottenuto il 51% dell’intero prodotto mondiale (902.500 t/anno), mentre la restante quota è appannaggio essenzialmente di USA (21%), Turchia (13%), Cina (6,4%), Siria (6,3%) e Grecia (1%); segue l’Italia con lo 0,3% (2.800 t/anno) del prodotto totale (media 2008-12, dati FAO 2014). La produzione mondiale è in costante aumento: nel 2012 ha superato il milione di t, il 24,7% in più rispetto al 2008. In questo contesto l’Italia si inserisce come uno dei Paesi con la maggior staticità delle produzioni registrata negli ultimi anni. La superficie investita a pistacchio ha raggiunto i 474.000 ha, la metà concentrata in Iran. A livello mondiale gli Stati Uniti hanno fatto censire il maggior incremento di superficie a pistacchio dal 2008 al 2012 (+50,8%), passando da 48.000 a 72.000 ha circa. Anche Cina e Turchia hanno registrato un notevole incremento delle superfici coltivate, rispettivamente +38,8 e +29,6%. Dal 2000 le esportazioni sono aumentate del 120%, totalizzando 360.000 t circa nel 2011, per un valore che supera i 2 miliardi di dollari. L’Iran esporta il 37,5% della produzione destinata al mercato (media 2007-11), seguita da Stati Uniti, che esportano il 50,6% del prodotto raccolto, Cina e Germania che importano pistacchi sia per coprire il fabbisogno interno che per rivenderli sul mercato internazionale. Infatti, i dati riguardanti le importazioni vedono la Cina e la Germania dominare il mercato mondiale con rispettivamente 108.000 e 36.000 t di pistacchi importati all’anno; gli Emirati Arabi Uniti e la Federazione Russa sono rispettivamente il terzo (20.300 t/anno) ed il quarto (18.200 t/anno) Paese importatore. Nel 2011 in Italia sono state importate oltre 11.000 t di pistacchi in guscio, mantenendo il flusso nella media degli ultimi anni, per un valore che supera i 91 Ml di dollari. Negli ultimi anni anche il consumo di pistacchi è aumentato notevolmente, passando da 430.700 t nel 2007 a 543.700 t nel 2011. L’incremento di consumo è da attribuire principalmente a Paesi come gli Stati Uniti e la Turchia che hanno raddoppiato il consumo pro-capite dal 2007 al 2011. Nel 2011 gli USA sono stati il principale Paese consumatore con 125.800 t, valore che equivale a 0,41 kg/pro-capite, seguiti dalla Turchia con circa 75.500 t (1,03 kg/pro-capite). L’Italia con 12.200 t di pistacchi ed un consumo pro-capite di 0,2 kg si colloca all’undicesimo posto della classifica dei Paesi consumatori. La pistacchicoltura italiana di distingue da quella dei Paesi extraeuropei per le migliori caratteristiche organolettiche delle produzioni ed è concentrata quasi interamente in Sicilia, dove si produce il 98% del totale nazionale, su una superficie che si estende per circa 3.500 ha. Il 90% della produzione siciliana è condensata nel catanese con Napoletana come cultivar predominante. La regione vanta tra le sue DOP il ‘Pistacchio Verde di Bronte’, conosciuta a livello internazionale. Anche per questa specie, dunque, il trend produttivo ha visto una crescita significativa negli ultimi anni, ma la coltivazione in Italia è limitata alle zone climaticamente più vocate.

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